Cosa si rischia a lasciare i bambini soli in macchina?

Spesso capita di dover svolgere alcune commissioni e di portare con sé i figli per non lasciarli soli in casa. Ma con i bambini al proprio seguito è difficile, in determinati casi, rispettare tempi e impegni. Così, quando si tratta di pochi minuti, si preferisce lasciarli all’interno dell’auto in attesa che il genitore, nelle vicinanze, sbrighi le proprie incombenze. Può però succedere che un imprevisto allunghi i tempi e che il padre o la madre si intrattenga più del previsto. In queste situazioni ci si chiede cosa si rischia a lasciare i bambini soli in macchina: quali possono essere le conseguenze legali se un vigile o un carabiniere dovesse passare di lì per caso o perché sollecitato da qualche passante? Una recente sentenza del Tribunale di Trento ha affrontato un caso paradigmatico che deve far riflettere molti. In questo articolo parleremo proprio di questo: inizieremo a spiegarti a che età si possono lasciare i figli da soli un macchina, per quanto tempo è possibile assentarsi e quali sono le sanzioni che la legge commina ai genitori che non rispettano i loro obblighi di custodia sui minori macchiandosi del reato di abbandono di soggetto incapace. Ma procediamo con ordine e partiamo da un esempio, che poi è molto simile al caso deciso dalla sentenza in commento. Il codice penale stabilisce che «chiunque abbandona una persona minore degli anni quattordici, ovvero una persona incapace, per malattia di mente o di corpo, per vecchiaia, o per altra causa, di provvedere a se stessa, e della quale abbia la custodia o debba avere la cura, è punito con la reclusione da sei mesi a cinque anni». Pertanto, il genitore che lascia in macchina i propri figli minori incustoditi, anche solo per poco tempo, privandoli della possibilità di uscire in caso di pericolo o di volontario allontanamento, commette il reato di abbandono di persone minori o incapaci. Tale norma, infatti, tutela la sicurezza della persona fisica contro determinate situazioni di pericolo, anche in caso di abbandono temporaneo.La norma parla chiaro: il momento a partire dal quale la legge consente di lasciare soli i figli in macchina è 14 anni. Tuttavia, il giudice potrà valutare la gravità del caso anche in base all’età del bambino. Chiaramente un bimbo di 10 anni, ritenuto sufficientemente maturo, può essere lasciato per pochi minuti mentre ciò non è possibile con uno di appena pochi mesi.

IT Alert

Dopo Toscana, Sardegna, Sicilia, Calabria ed Emilia-Romagna, entro fine 2023 verranno coinvolte tutte le restanti Regioni e le due Province Autonome.
Con il test di lunedì 10 luglio 2023 in Emilia-Romagna si è chiusa una prima fase di sperimentazione di IT-alert, il sistema di allarme pubblico di cui si sta dotando l’Italia. Tra la fine di giugno e l’inizio di luglio, infatti, il Dipartimento della Protezione Civile, con le strutture di protezione civile di Toscana, Sardegna, Sicilia, Calabria e, appunto, Emilia-Romagna, ha organizzato le attività di test coinvolgendo, sui territori, direttamente la popolazione. Intorno alle ore 12 del giorno definito, sui cellulari, accesi e con connessione telefonica, di coloro che si trovavano nell’area coinvolta hanno ricevuto un messaggio di test. Gli obiettivi, infatti, sono conoscere il nuovo sistema alle persone che potrebbero essere coinvolte in situazioni di emergenza quando IT-alert sarà operativo, verificarne il funzionamento in relazione alle diverse tipologie di telefono e di sistemi operativi e per raccogliere indicazioni dagli utenti, tramite il questionario, per implementare il servizio.
Nelle prossime settimane, i dati – raccolti e trattati in forma anonima – delle oltre 700.000 schede compilate all’esito dei cinque test verranno analizzati per scendere nel dettaglio dei principali e ricorrenti elementi segnalati (su tutti, la mancata ricezione in alcuni casi o il continuo arrivo del messaggio in altri, alcuni malfunzionamenti, il fenomeno dell’overshooting). Ciò consentirà anche agli operatori di telefonia mobile di approfondire e rivedere il processo di invio del messaggio, il comportamento delle celle telefoniche per verificare la copertura avuta e il comportamento dei dispositivi come telefoni, tablet e smart watch.
Le eventuali implementazioni che dovessero essere richieste saranno, quindi, verificate a partire da settembre, quando riprenderanno i test sui territori, coinvolgendo, entro la fine dell’anno, tutte le restanti Regioni e le due Province Autonome.

Bollettino ondata di calore, cos’è?

Negli ultimi anni se ne parla sempre più spesso, tanto che in molti paesi, come anche in Italia, il Ministero della Salute dirama giornalmente, da maggio a settembre, un bollettino di allerta, con i consigli per evitare di correre rischi anche gravi alla salute. Stiamo parlando delle cosiddette “ondate di calore”, vale a dire periodi di due o tre giorni di caldo molto intenso e secco, oppure di caldo molto umido e senza vento.
Le ondate di calore possono essere molto pericolose per la salute della popolazione (in particolare per le persone deboli e fragili, come i malati cronici e gli anziani, spesso anche soli e poveri) e l’area del Mediterraneo è considerata particolarmente a rischio: in Italia, negli ultimi 50 anni, le ondate di calore hanno rappresentato, durante l’estate, un pericolo naturale diffuso e insistente, con un costante aumento delle temperature. L’ondata di calore più grave (agosto 2003), ad esempio, è stata così intensa e lunga, che si considera abbia indirettamente provocato, in 12 paesi europei, più di 70.000 morti, soprattutto tra gli anziani.

Stato di rischio
Per conoscere lo stato di rischio della propria città (e come correre ai ripari), dal 2005 il Ministero della Salute ha stabilito un piano nazionale per la prevenzione degli effetti del caldo sulla salute. Sul sito del Ministero della Salute, infatti, nel periodo compreso da maggio a settembre sono pubblicati bollettini giornalieri che contengono informazioni sullo stato delle temperature nelle diverse città italiane e utili e valide indicazioni sulle cose da fare per difendersi al meglio dal caldo (Bollettini delle ondate di calore).
Le città presenti nel Bollettino sono contraddistinte da bollini di colore diverso, in base al livello di rischio legato alle ondate di calore:

  • bollino verde (Livello 0), condizioni meteorologiche senza rischi per la salute della popolazione;
  • bollino giallo (Livello 1), stato di pre-allerta. Condizioni meteorologiche che possono precedere il verificarsi di un’ondata di calore;
  • bollino arancio (Livello 2), temperature elevate e condizioni meteorologiche che possono avere effetti negativi sulla salute della popolazione, in particolare nelle persone più a rischio;
  • bollino rosso (Livello 3), ondata di calore. Condizioni ad elevato rischio che durano per 3, o più, giorni di seguito.

Alcune raccomandazioni base

I malori da calore sono molto spesso evitabili adottando semplici abitudini e precauzioni fra cui:

  • Uscire di casa nelle ore meno calde della giornata.
  • Evitare l’attività fisica intensa all’aria aperta durante gli orari più caldi della giornata.
  • Indossare un abbigliamento leggero e comodo.
  • Non lasciare mai persone o animali, anche se per poco tempo, nella macchina parcheggiata al sole.
  • Rinfrescare l’ambiente domestico e di lavoro.
  • Bere molti liquidi (un’eccezione è rappresentata dalle persone che soffrono di epilessia o malattie del cuore, rene o fegato, o che hanno problemi di ritenzione idrica, che devono consultare il medico prima di aumentare l’assunzione di liquidi), mangiare molta frutta e verdura, non bere alcolici.
  • Prestare attenzione alle persone a rischio (anziani, persone non autosufficienti).

Sicurezza stradale: guidare con ondate di calore

Le temperature elevate nei mesi estivi possono provocare problemi di salute e avere conseguenze significative sullo svolgimento dell’attività lavorativa come ad esempio: malesseri, difficoltà nella prosecuzione del lavoro o anche infortuni.
Maggiormente a rischio sono i lavoratori che svolgono attività all’aperto (edilizia, cantieristica stradale, agricoltura, addetti emergenza, soccorso, etc.) o che per tipologia di mansione risultano esposti al calore generato da impianti, macchine o in genere da ambienti che si surriscaldano. Con le alte temperature il rischio di un incidente stradale aumenta fino al 25% rispetto agli altri periodi dell’anno. Il dato emerge da uno studio della Fesviel, la Fondazione per la sicurezza stradale in Spagna. A 35 gradi all’interno dell’abitacolo il caldo è rischioso come l’alcol. In pratica l’alta temperatura. Secondo l’analisi, una temperatura di 35 gradi all’interno di un veicolo, può indurre effetti simili a quelli di un conducente che ha nel sangue un livello di alcol compreso fra 0,5 e 0,8 gr/litro, con quello che ne consegue per le sue capacità psicofisiche. Circa il 20% dei segnali stradali non viene percepito.Gli errori gravi nella guida possono aumentare fino al 35%”. E ancora, aumenta l’aggressività, il desiderio di pigiare sull’acceleratore per raggiungere la destinazione, la sonnolenza, mentre diminuiscono i tempi di reazione alla guida e l’attenzione (ad esempio,negli specchi retrovisivi si guarda il 50% in meno. Inoltre, le temperature elevate e la luce forte affaticano gli occhi e si possono percepire effetti ottici sulla strada, dovuti essenzialmente all’aria calda sprigionata dall’asfalto e lievi vertigini. Infine, viene alterata significativamente la percezione dell’ambiente, che può essere particolarmente grave per la corretta percezione della segnaletica orizzontale.

I consigli utili:

1) Prima di partire per la tua meta verifica che l’abitacolo del veicolo sia ben aerato e ventilato: aprire portiere e finestrini e le portiere.
2) L’aria condizionata non deve essere mai al di sotto dei 21° C., meglio se al di sopra dei 24°: l’auto non è un frigo e ricorda di spegnere l’aria condizionata qualche minuto prima di una sosta o dell’arrivo per evitare lo shock termico.
3) Portare almeno una bottiglietta di acqua per persona in viaggio.
4) Non bere assolutamente alcolici e bibite fredde (specie se si è accaldati).Attenzione alle bibite zuccherine: poco dopo l’eventuale refrigerio possono portare una maggiore sete.
5) Sete, stanchezza, caldo eccessivo, sintomi di malessere di vario genere: fermati appena possibile, mai rinviare alla prossima stazione di servizio.
6) Viaggiare solo dopo aver ben riposato e per un minimo di ore.
7) Non andare oltre le tue capacità psicofisiche del momento e mai dire «Ok, ce la faccio comunque».
8) Evitare possibilmente di viaggiare durante le ore più calde della giornate, di solito quelle dalle 12 alle 17.
9) Prima di metterti in viaggio controlla i livelli dell’olio motore, del liquido refrigerante e quello lavavetri, e la pressione degli pneumatici della vettura (sono sul libretto di uso e manutenzione dell’auto).
10) Non utilizzare ciabatte o infradito (possono facilmente scivolare sotto i pedali e incastrarsi fra questi). Indossa sempre una maglietta o una camicia: protegge il torace dai flussi di area fredda dell’aria condizionata ed evita le abrasioni provocate eventualmente dalla cintura di sicurezza.

Aggiornamento casi Covid

Nell’ultima settimana in Italia scendono i contagi Covid, e risultano più che dimezzati i morti. Dal 30 giugno al 6 luglio si sono registrati 3.731 nuovi casi, in calo del 20,6% circa rispetto ai 7 giorni precedenti (quando erano 4.701). Sono stati 38 i decessi in 7 giorni, quasi il 56% in meno rispetto alla settimana precedente (quando erano 86). Sono i dati del bollettino settimanale del ministero della Salute, che fotografano l’andamento della situazione epidemiologica da Covid-19. Il tasso di positività scende di 0,4 punti percentuali, dal 2,6% al 2,2%. I test eseguiti sono stati 167.766, circa il 6,9% in meno rispetto ai 180.198 dei 7 giorni precedenti.

C.O.A.U., Centro Operativo Aereo Unificato

Nell’ambito delle attività operative del Dipartimento della Protezione Civile un ruolo molto importante è ricoperto dal C.O.A.U., Centro Operativo Aereo Unificato. È stato istituito nel 1982 ed oggi, all’interno del Centro Funzionale di stanza al Dipartimento stesso, ha il compito di organizzare e coordinare le missioni aeree della Flotta dello Stato impegnata nel concorso allo spegnimento degli incendi boschivi (sia sul territorio nazionale che internazionale), nonché degli spostamenti del personale della Protezione Civile che deve raggiungere, il più delle volte in breve tempo, le destinazioni di servizio. Si tratta di un servizio operativo, costituito da un Ufficio di Coordinamento, una Sala Operativa ed un Servizio di Veglia Meteorologica, tutti attivi 24 ore su 24 per l’intero anno.  Gli Ufficiali ed i Sottufficiali che vi lavorano, provenienti dall’Aeronautica Militare ed i funzionari del Corpo Forestale dello Stato, sono coordinati da un Colonnello Pilota e, nel periodo estivo, a questi si aggiungono funzionari dei Vigili del Fuoco con il compito di fare da raccordo tra il Dipartimento e l’area dell’incendio in caso di coinvolgimento di persone o beni.Quest’anno, per la Campagna Antincendio Boschivo, il C.O.A.U. , ha coordinato 16 Canadair, 4  elicotteri   Erickson S64,1 Aereo Berief 200 in attività sperimentale e 12 elicotteri delle altre Forze impegnate nell’attività di contrasto alle fiamme: dal Corpo Forestale dello Stato, all’Aeronautica Militare, dall’Esercito Italiano, alla Marina Militare ed i Vigili del Fuoco. Del gruppo operativo al C.O.A.U. sono parte essenziale i 5 Tenenti Colonnello del Servizio Veglia Meteo che forniscono tutte le informazioni di carattere meteorologico ed atmosferico necessarie alla pianificazione dei voli, siano essi di carattere logistico o d’intervento antincendio, per garantire la maggior sicurezza possibile nel corso delle missioni.Nel caso dei voli antincendio, ad esempio, è fondamentale per i piloti conoscere se nell’area di azione incontreranno venti, di che intensità saranno, se andranno incontro a precipitazioni e così via. Molte volte, infatti, la difficoltà delle operazioni, aumenta a causa dei fenomeni atmosferici avversi, compromettendo lo svolgimento dell’attività e mettendo a rischio l’incolumità dei piloti. Anche nel caso di spostamenti del personale la conoscenza delle condizioni atmosferiche è di fondamentale importanza per la sicurezza di piloti e passeggeri.
Per questa attività il C.O.A.U. si avvale di due velivoli P180 e di 4 elicotteri A109, in grado di trasportare rispettivamente fino a sei passeggeri (più due membri di equipaggio) e fino a cinque passeggeri (più due membri di equipaggio).In seguito ad un’alluvione, un terremoto, un’eruzione vulcanica o di grandi eventi di massa, si rende necessario il raggiungimento, nel minor tempo possibile, dei luoghi d’interesse e non di rado, gli stessi mezzi vengono utilizzati per effettuare dei sopralluoghi utili al Capo Dipartimento o ai responsabili e tecnici del settore per la valutazione dei danni ed il monitoraggio della situazione in atto. Il periodo estivo è certamente il più frenetico per il concorso aereo nello spegnimento degli incendi. In una sola giornata possono giungere al C.O.A.U. anche più di trenta richieste di intervento per tutti gli incendi che risultano di difficile spegnimento da parte dei mezzi regionali e delle squadre di terra: a volte perché particolarmente estesi o insidiosi (magari divampati nelle vicinanze di centri abitati) oppure perché sviluppatisi in aree di difficile raggiungimento.
Nell’attività antincendio la Sala Operativa è in costante contatto, oltre che con le Sale Operative delle Società e degli Enti che gestiscono i mezzi aerei, anche con le Centrali Operative Regionali, dette C.O.R. e con le Sale Operative Unificate Permanenti (S.O.U.P.) di tutte le Regioni. Sono proprio queste ultime, infatti, che inviano la richiesta di concorso aereo attraverso delle schede che riportano una serie di parametri quali la località, il comune e la provincia in cui si sono sviluppate le fiamme, il fronte di fuoco formato, l’eventuale presenza di strutture ed infrastrutture nell’area che sta bruciando e le fonti di approvvigionamento d’acqua più vicine alla zona.
Nel Novembre 2000, in seguito alla legge n. 353 “Legge quadro in materia di incendi boschivi”, è stato ridefinito il ruolo delle regioni all’interno della macchina organizzativa per la lotta agli incendi. La regione deve approvare così, nel pieno rispetto delle autonomie locali, un “piano per la programmazione delle attività di previsione, prevenzione e lotta attiva contro gli incendi boschivi”. La legge inoltre individua nella regione il soggetto preposto alla richiesta di intervento della flotta aerea dello Stato al C.O.A.U.
Dal momento della richiesta di concorso allo spegnimento in pochi minuti i piloti ed i velivoli stanziati, nelle diverse basi aeree dislocate sul territorio nazionale, sono pronti a decollare e a raggiungere le località che stanno bruciando.Ma il lavoro del C.O.A.U. non si esaurisce in ambito nazionale. La Protezione Civile infatti ha stretto un accordo di reciproco aiuto con la Francia: i nostri aerei intervengono in Corsica ed in Costa Azzurra, mentre quelli francesi operano in Liguria, Sardegna, Piemonte, Valle d’Aosta e Toscana. Inoltre, in casi di estrema difficoltà da parte dei Paesi membri dell’Unione Europea, Canadair ed elicotteri italiani intervengono in supporto ai mezzi locali già in azione sulle fiamme ma insufficienti per la vastità dei roghi. Ne è un esempio il recente intervento al fianco del Portogallo che, nel mese di agosto ha dovuto far fronte a centinaia di roghi che hanno investito ben 16 dei 18 distretti del Paese.La vastità del territorio da tutelare e la grande varietà di mezzi di cui il Dipartimento si avvale, per la lotta agli incendi boschivi e per gli spostamenti del personale, rendono fondamentale l’attività di coordinamento e raccordo svolta dal Centro Operativo Aereo Unificato, per un sempre più tempestivo ed efficace intervento delle azioni di Protezione Civile.  

Comportamenti da utilizzare in caso di ondate di calore

Il caldo causa problemi alla salute nel momento in cui altera il sistema di regolazione della temperatura corporea. Normalmente il corpo si raffredda sudando, ma in certe condizioni ambientali questo meccanismo non è sufficiente. Se, ad esempio, il tasso di umidità è molto alto, il sudore evapora lentamente e quindi il corpo non si raffredda in maniera efficiente e la temperatura corporea può aumentare fino a valori così elevati da danneggiare organi vitali. La capacità di termoregolazione di una persona è condizionata da fattori come l’età, le condizioni di salute, l’assunzione di farmaci. I soggetti a rischio sono: le persone anziane o non autosufficienti, le persone che assumono regolarmente farmaci, i neonati e i bambini piccoli, chi fa esercizio fisico o svolge un lavoro intenso all’aria aperta.L’arrivo di aria calda determinerà un incremento termico nella nostra Regione nei giorni 11-12 luglio 2023. Le temperature massime previste saranno comprese tra 34-37 °C.
Si invita la popolazione a seguire i consigli generali dettati dal Ministero della Salute:

  • Evita di esporti al caldo e al sole diretto nelle ore più calde della giornata (tra le 11.00 e le 18.00);
  • Evita le zone particolarmente affollate, in particolare per i bambini molti piccoli, gli anziani, le persone con asma e altre malattie respiratorie, le persone non autosufficienti o convalescenti;
  • Evita l’attività fisica intensa all’aria aperta durante gli orari più caldi della giornata. Trascorri alcune ore in un luogo pubblico climatizzato, in particolare nelle ore più calde della giornata;
  • Indossa indumenti chiari, leggeri, in fibre naturali (es. cotone, lino), riparati la testa con un cappello leggero di colore chiaro e usa occhiali da sole;
  • Proteggi la pelle dalle scottature con creme solari ad alto fattore protettivo;
  • Bevi liquidi, moderando l’assunzione di bevande gassate o zuccherate, tè e caffè. Evita, inoltre, bevande troppo fredde e bevande alcoliche;
  • Se l’auto non è climatizzata evita di metterti in viaggio nelle ore più calde della giornata (ore 11-18). Non dimenticare di portare con te sufficienti scorte di acqua in caso di code o file impreviste;
  • Non lasciare persone non autosufficienti, bambini e anziani, anche se per poco tempo, nella macchina parcheggiata al sole;
  • Assicurati che le persone malate o costrette a letto non siano troppo coperte;
  • In presenza di sintomi dei disturbi legati al caldo contatta un medico.

La consapevolezza dei rischi per la salute delle ondate di calore e dell’esposizione prolungata a temperature più elevate rimane insufficiente. Gli operatori sanitari devono adeguare la pianificazione e gli interventi per tener conto dell’aumento delle temperature e delle ondate di calore. 
Gli interventi pratici, fattibili e spesso a basso costo a livello individuale, comunitario, organizzativo, governativo e sociale, possono salvare vite umane.
L’aumento delle temperature ambientali globali interessa tutte le popolazioni. Tuttavia, alcune popolazioni sono più esposte, più o fisiologicamente o socio-economicamente vulnerabili allo stress fisiologico, a malattie amplificate e a un aumentato rischio di morte per esposizione al calore eccessivo. 
Queste includono anziani, neonati e bambini, donne incinte, lavoratori esterni e manuali, atleti e poveri. Il genere può svolgere un ruolo importante nel determinare l’esposizione al calore.

Disastro ferroviario del 12 Luglio

Il 12 luglio 2016, sulla linea ferroviaria Bari-Barletta, due convogli che viaggiano in direzioni opposte su un binario unico impattano frontalmente. Le vittime sono 23, oltre 50 i feriti. Il processo, ancora in corso, prende il via nel 2019 con 18 imputati (la società Ferrotramviaria e 17 persone fisiche)
Sono passati sei anni della strage ferroviaria che il 12 luglio 2016 ha causato, tra Andria e Corato, la morte di 23 persone e il ferimento di altri 51 passeggeri. L’inchiesta, chiusa nel dicembre del 2017, ha evidenziato un errore di comunicazione tra le due stazioni di provenienza dei convogli: in un primo momento, sono 19 gli indagati a vario titolo. Il successivo processo, iniziato nell’aprile del 2019, non si è ancora concluso e vede coinvolti 18 imputati: la società Ferrotramviaria e 17 persone fisiche.
Sono passate da poco le 11 quando avviene lo scontro tra i due treni che stanno viaggiando in direzioni opposte – su un binario unico con blocco telefonico – a velocità comprese tra 94 e 101 km/h, in una tratta dov’è consentita una velocità massima di 110 km/h. Uno dei due convogli va in direzione sud-est, proveniente da Andria, l’altro, invece viaggia verso nord-ovest, proveniente da Corato, sulla linea ferroviaria Bari-Barletta. L’impatto si verifica in una curva affiancata da uliveti. Proprio il punto dello schianto spiega il motivo per cui nessuno dei due macchinisti ha il tempo di azionare la frenata d’emergenza per evitare la collisione: la visibilità è limitata ed è praticamente impossibile accorgersi dell’altro treno. Nello schianto vengono coinvolte le prime due carrozze e la parte anteriore della terza di uno dei due mezzi, e la prima carrozza dell’altro. A bordo sono presenti 84 persone, di cui quattro ferrovieri. Lo scontro provoca 23 vittime e il ferimento di 51 passeggeri. Nell’incidente, tra gli altri, perdono la vita entrambi i macchinisti, il capotreno di uno dei due convogli, un dirigente di movimento fuori servizio. Dopo l’impatto, sono particolarmente complicate anche le operazioni di soccorso, a causa dell’assenza di un accesso diretto al luogo del disastro. Oggi, 12 luglio 2023, alle ore 09.30, il Sindaco, avv. Giovanna Bruno, parteciperà presso la stazione centrale di Andria ad un momento di commemorazione, nel quale si procederà alla deposizione di una corona d’alloro a cura delle famiglie delle vittime;

  • a seguire una rappresentanza della Civica Amministrazione parteciperà alla cerimonia commemorativa, che si svolgerà alle ore 11.05, a Bari, presso piazza Moro, ove si procederà alla deposizione di una corona di fiori e si osserverà un minuto di silenzio;
  • presso gli uffici comunali di Andria, su indicazione del Sindaco, alle ore 11.05 del 12 luglio 2023, si osserverà un minuto di silenzio in ricordo delle vittime

Competenze del Prefetto nel Sistema Nazionale di Protezione Civile

Il Prefetto assicura, insieme alle diverse componenti del Sistema Nazionale di Protezione Civile e in particolare in raccordo con il Dipartimento della Protezione Civile della Presidenza del Consiglio dei Ministri, il concorso dello Stato e delle relative strutture periferiche per l’attuazione degli interventi urgenti di protezione civile finalizzati alla tutela della integrità della vita, dei beni, degli insediamenti e dell’ambiente dai danni o dal pericolo di danni derivanti da calamità naturali o connessi all’attività dell’uomo che per loro natura ed estensione comportano l’intervento coordinato di più enti o amministrazioni.
Al verificarsi di un evento, più o meno grave, il Prefetto garantisce il tempestivo avvio dei primi soccorsi, adottando i provvedimenti urgenti ed assicurando l’impiego delle forze operative per la gestione dell’emergenza, con particolare riguardo ai Vigili del Fuoco e alle Forze dell’Ordine.
Quando la situazione è più complessa e richiede interventi coordinati delle diverse componenti del Sistema di Protezione Civile, a livello provinciale, viene attivato presso la Prefettura – U.T.G. il “Centro di Coordinamento dei Soccorsi” (CCS), quale struttura provvisoria per il tempo dell’emergenza, per la gestione dell’evento e viene, altresì, attivata la sala operativa dove affluiscono tutti i dati e le informazioni relative all’evento calamitoso.
Secondo il principio della leale collaborazione e considerato che gli interventi di protezione civile richiedono l’apporto di diverse componenti, di livello statale, regionale, provinciale, comunale ed anche dei privati, il Prefetto svolge un fondamentale “ruolo di cerniera”, con funzioni di impulso e di garanzia della presenza dello Stato sul territorio.
In relazione alle esigenze concrete, sempre con finalità gestionali, il Prefetto può anche attivare uno o più “Centri Operativi Misti” (COM) di livello comunale o intercomunale.
La Prefettura – U.T.G. esercita anche funzioni in materia di difesa civile. Quest’ultima, con la difesa militare, è parte integrante della difesa nazionale e consiste nell’insieme delle attività civili svolte dalle pubbliche Amministrazioni e dagli Enti, istituzioni e organizzazioni anche private, al fine di salvaguardare la sicurezza dello Stato e l’incolumità dei cittadini, di tutelare i beni e assicurare le capacità di sopravvivenza economica, produttiva e logistica della Nazione, in occasione di una grave crisi interna o internazionale, anche causata da attacchi terroristici.
Per la gestione delle situazioni emergenziali, il Prefetto elabora il Piano Provinciale di Difesa Civile e si avvale dell’attività della sala operativa del Centro Coordinamento Soccorsi, costituito presso la Prefettura – U.T.G..
La Difesa Civile persegue, altresì, lo scopo di assicurare i contributi che le Amministrazioni civili possono essere chiamate a prestare in occasione di cooperazione per la gestione delle crisi internazionali, nell’ottica della sicurezza e della stabilità internazionale.
Il Prefetto svolge anche un’altra importante funzione in materia di sicurezza civile: il disinnesco degli ordigni bellici rinvenuti sul territorio provinciale. In tale ambito, con il concorso tecnico-operativo del Ministero della Difesa, attiva gli interventi specialistici ed adotta ogni provvedimento idoneo ad assicurare la salvaguardia e l’assistenza della popolazione.
Tra i compiti operativi della Prefettura – U.T.G. figura, inoltre, la Ricerca delle persone scomparse in ambito territoriale.
Il Prefetto, infine, predispone i piani di emergenza esterna per le industrie a rischio di incidente rilevante e quelli per la messa in sicurezza di siti nucleari.
Tra gli altri compiti della Prefettura – U.T.G. rientra anche il trasporto aereo d’urgenza delle persone in imminente pericolo di vita o delle persone da sottoporre a trapianto organi o per il trasporto di organi.
Il trasporto aereo d’urgenza delle persone in imminente pericolo di vita è disposto su richiesta della Struttura Sanitaria Pubblica o accreditata, in favore di cittadini italiani gravemente ammalati e/o traumatizzati, nei soli casi di imminente pericolo di vita, quando non siano trasportabili con altri mezzi e non esista in loco la possibilità di assisterli adeguatamente, anche per carenza di idonee strutture sanitarie. Nel caso di trapianto d’organi per attivare la predetta procedura, la richiesta dovrà pervenire dal Centro Regionale Trapianti- Regione Sicilia, previa debita autorizzazione da parte del Centro Nazionale Trapianti, esclusivamente nel caso in cui emergano situazioni del tutto eccezionali che non consentono al competente Centro Regionale Trapianti di operare il trasferimento attraverso i mezzi ordinari della rete nazionale trapianti.
La richiesta alla Prefettura -U.T.G. preceduta da una telefonata di avvertimento al funzionario di turno (sempre raggiungibile per il tramite del centralino della Prefettura-U.T.G. n. 0934/79111) deve essere inoltrata, al numero di fax 093479366, utilizzando l’allegato MOD. A : Per il Trasporto per imminente pericolo di vita è necessaria la dichiarazione a cura della struttura sanitaria richiedente il trasporto che: – il paziente è trasportabile con aeromobile; – il paziente non è affetto da malattie contagiose. Inoltre, il familiare accompagnatore, o altro familiare, dovrà sottoscrivere una dichiarazione con la quale solleva l’Aeronautica Militare e tutti gli altri organismi che concorrono all’organizzazione del trasporto da ogni responsabilità inerente il trasporto stesso. Una copia delle dichiarazioni di cui sopra dovrà essere inviata in fax alla Prefettura, mentre l’originale dovrà essere consegnato al Comandante dell’aeromobile al momento dell’imbarco utilizzando i modelli MOD. B e MOD. C. Il trasferimento per l’aeroporto di partenza e dall’aeroporto di arrivo alla struttura sanitaria di destinazione dovrà essere organizzato e gestito dalla struttura sanitaria richiedente d’intesa con l’ospedale di destinazione del paziente.

Il Corpo Nazionale dei Vigili del Fuoco nella Protezione Civile

Il Corpo nazionale, al fine di salvaguardare l’incolumità delle persone e l’integrità dei beni, assicura gli interventi tecnici caratterizzati dal requisito dell’immediatezza della prestazione, per i quali siano richieste professionalità tecniche anche ad alto contenuto specialistico ed idonee risorse strumentali, ed al medesimo fine effettua studi ed esami sperimentali e tecnici nello specifico settore.
Il Corpo Nazionale dei Vigili del Fuoco interviene nella tutela della vita umana, nella salvaguardia dei beni e dell’ambiente dai danni o dal pericolo di danni causati dagli incendi, da situazioni accidentali e dai rischi industriali, compresi quelli che derivano dall’impiego dell’energia nucleare.

Calamità naturali
In caso di eventi calamitosi, il Corpo può essere immediatamente attivato come struttura operativa del Sistema nazionale della Protezione Civile ed assicura gli interventi tecnici immediati e urgenti nell’ambito delle proprie competenze e nel rispetto dei livelli di coordinamento previsti dall’attuale normativa di Protezione Civile. Per fronteggiare al meglio le calamità, i Vigili del Fuoco operano attraverso le colonne mobili regionali di soccorso, costituite da un numero uniforme di uomini e mezzi impiegati. Il Corpo Nazionale dei Vigili del Fuoco, oltre a garantire il soccorso tecnico urgente sul territorio, fornisce informazioni sulle conseguenze dell’evento, per determinare una prima stima delle vittime, dei feriti e delle persone che hanno bisogno di assistenza. Inoltre, i Vigili mettono a disposizione i propri centri operativi mobili, attivano il personale per la verifica dell’agibilità degli edifici destinati ad ospitare i centri operativi e di coordinamento del sistema dei soccorsi, forniscono il supporto operativo e logistico per l’assistenza alloggiativa d’urgenza delle popolazioni e intervengono per mettere in sicurezza strutture, infrastrutture e beni culturali.

Incendi boschivi
In caso di incendi boschivi, i Vigili del Fuoco mettono a disposizione delle Regioni risorse, mezzi e personale per gli interventi di lotta attiva e promuovono lo studio e la sperimentazione di misure e norme per evitare gli incendi o limitarne le conseguenze. Inoltre, i Vigili del Fuoco concorrono con personale e mezzi speciali alle campagne antincendio boschive attraverso specifiche convenzioni con le Regioni. Oltre alla lotta attiva svolgono anche attività di prevenzione con pattugliamenti sul territorio. Promuovono inoltre lo studio e la sperimentazione di misure e norme per evitare gli incendi o limitarne le conseguenze. Il 16 aprile 2008 è stato siglato un accordo quadro tra i Vigili del Fuoco e il Corpo Forestale dello Stato, che stabilisce le linee guida di coordinamento e di intervento sul territorio. L’accordo stabilisce che il personale del Corpo Nazionale dei Vigili del Fuoco assuma la direzione e il coordinamento delle operazioni di spegnimento dei roghi nel caso gli incendi interessino luoghi geografici in cui il sistema urbano e quello rurale-forestale vengono a contatto, perché è più elevato il rischio per la popolazione. Il Corpo Forestale dello Stato, invece, dirige e coordina le operazioni di spegnimento e ha la responsabilità dell’intervento dei mezzi aerei, nel caso sia prevalente la salvaguardia dell’ambiente rispetto alla presenza di centri abitati, mentre i Vigili del fuoco si occupano della difesa degli insediamenti civili e industriali, delle infrastrutture e delle persone presenti. L’accordo promuove, infine, un coordinamento tra il Direttore delle operazioni di spegnimento del Corpo forestale dello Stato e il Responsabile delle Operazioni di Soccorso dei Vigili del Fuoco, qualora gli incendi boschivi minaccino con la stessa intensità sia l’ambiente, sia i centri abitati, al fine di ottimizzare gli interventi di spegnimento e assicurare la tutela delle persone e dei beni. L’attività di coordinamento delle due strutture nei periodi a rischio di incendi boschivi è assicurata dalle Sale Operative Unificate Permanenti – Soup, in cui sono presenti sia i rappresentanti della Forestale, sia quelli dei Vigili del Fuoco. 

SASS – SERVIZI AUSILIARI SECURITY & SAFETY (PROTEZIONE CIVILE – ODV)

PER EMERGENZE CONTATTARE IL 3929790903
  • SEDE OPERATIVA
  • BITONTO (BA) - VIA GIUSEPPE DOSSETTI C/O COMANDO POLIZIA LOCALE
  • EMAIL: info@sasspuglia.it
  • EMAIL: sass.puglia@gmail.com
  • PEC: sass.puglia@pcert.postecert.it